“I diari del tandem”: correre fa stare bene

CAMPI BISENZIO – Sì, correre fa star bene, anche se fa freddo. E nemmeno poco, ma ieri mattina era ancora più freddo. Lo dicono tutti qui alla partenza allo stadio Zatopek della corsa che tutti gli anni l’Atletica Campi Bisenzio organizza a gennaio e che dedica ai martiri di Valibona. Il tempo ha deciso di regalarci […]

CAMPI BISENZIO – Sì, correre fa star bene, anche se fa freddo. E nemmeno poco, ma ieri mattina era ancora più freddo. Lo dicono tutti qui alla partenza allo stadio Zatopek della corsa che tutti gli anni l’Atletica Campi Bisenzio organizza a gennaio e che dedica ai martiri di Valibona. Il tempo ha deciso di regalarci qualche grado in più sul termometro o comunque questa è la percezione. E a qualcuno stamani questo leggero meno freddo deve aver indotto a pensare che la Primavera era alle porte. C’è un ragazzo svestito come se oggi fosse il 13 agosto e non il 13 gennaio. La scomparsa delle mezze stagioni e il riscaldamento globale a volte possono trarre in inganno e far credere a un allineamento delle temperature tra un gennaio mite e un agosto rigido. Non è questo il caso. Nulla da dire però, perchè alla fine il ragazzo svestito sarà uno dei primi all’arrivo, sano e vigoroso come alla partenza.

Io e Mauro ci eravamo dati appuntamento la mattina davanti alla pasticceria La Dolceria per iniziare nel modo più dolce possibile questa mattina. Noi invece siamo vestiti rispettando il dress code del mese di gennaio. “Buongiorno Giovanni, auguri”. “Grazie Mauro”. Già, oggi è il mio compleanno. Con noi fa colazione Claudio Cavallini che parcheggia fuori la sua bici da corsa. “Facile in tandem eh…”. “Ma te dove vai con questo freddo?”. “Stamani pensavo di fare un giro piccolo. Sono da solo. I miei amici hanno preferito dormire. Mi sa che andrò verso Trespiano a trovare un mio amico, poi proseguo per Pratolino, faccio la panoramica di Monte Morello e scendo a Campi da Calenzano”. Gli risponde Mauro: “Noi siamo gente di Piana, piano, piano s’arriva dappertutto”. C’è gran folla a riscaldarsi nella pista dello stadio e nei dintorni.

Alla partenza sono in 700 che correranno per 15 chilometri nelle strade del centro di Campi e per le strade nei campi dietro lo stadio, tra Campi e Prato. Io e Mauro incrociamo vari amici. C’è Tobia, un collega in pensione, “il giovane esploratore Tobia, 15 anni a settembre, praticamente un bambino”. Sotto due papaline non riconosciamo la faccia di Gabriele Bicci che è venuto alla corsa di Campi facendola tutta di corsa da casa sua a Scandicci, e sarà così anche al ritorno. Sotto tre papaline non riconosciamo nemmeno Franco Bacci. Anche lui è venuto di corsa da casa, ma sta alla Villa. Alla partenza ci sentiamo chiamare da Simone Cerino e da un suo amico. Simone fa tante cose, oltre a correre fa l’imbianchino, l’addetto stampa per il Museo della Fiorentina, ma soprattutto è un grande critico teatrale, massimo esperto internazionale di una forma di teatro particolare, il teatro bonsai. Per lui uno spettacolo a teatro non può durare più di 60 minuti. Le emozioni sono vissute appieno solo se concentrate in un tempo ben delimitato. Oltre è compiacimento del regista. Inesorabilmente al 61° minuto di ogni spettacolo lui si alza e va via borbottando.

Si parte, tutti in pista, sotto la tribuna. Il via lo dà con un colpo di pistola il sindaco Emiliano Fossi. Partiti. I nostri 700 podisti prima di buttarsi per le strade di Campi fanno un giro di pista. Sono un bel colpo d’occhio. Riccardo Bicchi dell’Atletica Campi è molto contento. Con lui c’è tempo di prendere un caffè. Poi anche noi cominciamo a pedalare. Incrociamo il ragazzo che confonde le stagioni alla rotonda della Barberinese all’altezza della Circonvallazione Sud. Nel bel mezzo della piana riconosciamo Luigi Ricci, assessore del Comune di Campi e grande podista.

All’arrivo è bello notare come ognuno corre veramente in modo diverso dall’altro. Eppure correre è un gesto semplice, naturale. Ma, evidentemente, la semplicità ha tante sfumature. Infinite. Ogni essere umano porta con sé la sua diversità a partire dai gesti più naturali, più semplici. Anche per questo è bello correre. Non solo per chi corre, ma anche per chi guarda. Uno spettacolo.

Io e Mauro finiamo questa mattinata così come l’abbiamo iniziata e cioè in una pasticceria. Ci fermiamo. Frittelle e schiacciata alla fiorentina sono i dolci di stagione. Si abbinano bene al tempo. Sono dello stesso avviso due bei signori podisti di Empoli che sistemano le borse su una sedia. Nel sacchetto ci sono rimaste due frittelle. Le offriamo a loro e loro le accettano. Se le caramelle dagli sconosciuti non si accettano, non è detto che la stessa cosa valga per le frittelle.

Giovanni Grossi