Dal radiodramma alla commedia brillante: rimettiamo i signesi al centro

SESTO FIORENTINO – Mutuando il titolo del film “Il terrore corre sul filo”, a Signa la politica – e la polemica – corre sui social. Il film in questione, infatti, un’ora e mezzo in bianco e nero girato nel 1948, è l’adattamento di un radiodramma di cinque anni prima. A Signa, invece, di anni dal giorno delle ultime elezioni amministrative, ne sono passati più o meno tre e mezzo. E il radiodramma, anzi lo “psicodramma politico”, in questo caso si è consumato al contrario. Senza alcun adattamento. Anzi. In un crescendo di dichiarazioni, comunicati, appelli che hanno portato il Comune in riva all’Arno alla ribalta della cronaca un giorno sì e l’altro pure. Dal congelamento del congresso (sabato 21 ottobre) alla “dismissione” di Sara Ambra dalla giunta (giovedì 26 ottobre), Signa ha vissuto cinque giorni sulle montagne russe (non che quelli prima siano stati da meno…). Giorni di passione e di tensione, al termine dei quali, nonostante i richiami all’unità del segretario Gabriele Scalini e del capo gruppo Andrea Di Natale, le divisioni all’interno del Pd signese si stanno facendo sempre più evidenti, sempre più laceranti. Da una parte i renziani, dall’altra i bambagioniani, nel mezzo i signesi. Il documento approvato all’unanimità nell’ultimo consiglio comunale in materia di viabilità, problema che da anni soffoca Signa, è stato solo “uno specchietto per le allodole” (lunedì 23 ottobre). Poi i “botta e risposta”, le liti virtuali sono riprese, con i social a fare da megafono alle diverse posizioni, spesso con toni e vocaboli più da piazza che da dibattito politico. Da una parte i renziani, dall’altra i bambagioniani, nel mezzo i signesi. Già, i signesi, chiamati a fare da spartiacque, quasi da frangiflutti, a due correnti di pensiero difficilmente conciliabili. Il banco di prova sarà comunque l’anno e mezzo che ci separa dalla prossima tornata elettorale. Nella speranza che in questo arco di tempo si possa passare da un radiodramma quanto meno a una commedia brillante. E magari con i signesi non più nel mezzo ma al centro.