Biblioteca piena per un piano (quasi) a volumi zero

SESTO FIORENTINO – Parco della Piana, paletti fermi sugli spazi edificabili, sviluppo della ferrovia e delle piste ciclabili, rigenerazione degli edifici esistenti. Sono le intenzioni chiave del nuovo piano strutturale intercomunale Sesto- Calenzano ribadite ieri sera nell’assemblea pubblica alla biblioteca Ragionieri. Con una saletta piena – anche se principalmente di “addetti ai lavori” della politica […]

SESTO FIORENTINO – Parco della Piana, paletti fermi sugli spazi edificabili, sviluppo della ferrovia e delle piste ciclabili, rigenerazione degli edifici esistenti. Sono le intenzioni chiave del nuovo piano strutturale intercomunale Sesto- Calenzano ribadite ieri sera nell’assemblea pubblica alla biblioteca Ragionieri. Con una saletta piena – anche se principalmente di “addetti ai lavori” della politica locale e delle categorie interessate. Assente giustificato della serata il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli; presenti il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi e il vicesindaco con delega all’urbanistica Damiano Sforzi, oltre ai tecnici che hanno elaborato il piano. Ed è toccato principalmente a loro, l’architetto Mauro Baioni in primis, spiegare i vari punti. Anzitutto le Intese con la Regione Toscana, che poneva due paletti imprescindibili: l’individuazione di un’area che potesse rientrare nel grande Parco Agricolo regionale deciso nel 2014 e il disegno dei confini urbani dei Comuni, sorta di “mura” cittadine oltre il quale non si può costruire se non con speciali permessi regionali e non abitazioni. A Sesto e Calenzano i confini comprendono la parte esistente più alcune fasce già decise da tempo come utilizzabili (tipo all’Osmannoro l’area ex Longinotti, e una parte addetta a produttiva nella fascia di Padule Volpaia) anche se addirittura come nuovi volumi è concesso meno di quanto stabilito nel precedente piano. Per Sesto il limite sud è di fatto quello disegnato dalla Perfetti-Ricasoli-Mezzana, e dal Polo Scientifico. Il Parco della Piana comprende tutta l’area verde tra queste zone e l’autostrada: non c’è spazio per l’aeroporto. “Ovviamente siamo consapevoli di quanto sta avvenendo e che eventuali decisioni di altri possono cambiare tutto – ha detto Baioni – ma per ora il Comune ha ritenuto opportuno stabilire così”.

Il piano strutturale precedente era del 2004 e anche questo andrà a incidere ben oltre la vita di questa giunta, per questo si pone come fondamentale per Sesto e Calenzano, anche se va tenuto conto che gran parte delle decisioni operative dei prossimi anni non potranno poi prescindere dall’ Area Metropolitana e dal “convitato di pietra”, il Comune di Firenze.

Altri punti del piano sono proprio il tentativo di integrazione della mobilità, tutt’ora problematica in tutta l’area. Strategica è ritenuta la rete ferroviaria esistente, a cui collegare eventuali altri mezzi, la creazione di punti di accesso più razionali all’autostrada, la creazione di reti di piste ciclabili o pedonali per muoversi dentro i Comuni e tra di essi.

Prevista la creazione di nuove unità abitative (circa 470 per Calenzano e 200 per Sesto, pari ad un incremento di 50mila mq) e soprattutto la rigenerazione, cioè la ristrutturazione dell’esistente: altri 162mila mq di alloggi verranno nei due Comuni grazie al recupero di vecchie strutture. L’aumento è parso necessario perché se la popolazione si sta stabilizzando come numero (sui 20mila a Calenzano, 50 mila a Sesto) continua la richiesta di alloggi vista la riduzione dei componenti per famiglia e l’invecchiamento: saranno sempre più case per single, dicono i tecnici.

Per la parte industriale siamo quasi a volumi zero a Calenzano, che guarda alla rigenerazione del cementificio più altri 215mila mq ottenuti principalmente da recuperi, mentre a Sesto si guarda alla riqualificazione della vecchia area ex Longinotti (da anni prevista come Osmannoro 2000) con 415mila mq di costruito (165mila in meno rispetto a quanto previsto precedentemente); altri 223mila mq verranno da recuperi e nuovo, soprattutto in aree come Volpaia.

Un piano dunque non proprio a “volumi zero”, ma che per la prima volta pare porsi seriamente il problema.

“La difesa del territorio è la prima questione a cui con questo piano abbiamo cercato di rispondere – ha commentato l’assessore all’urbanistica Damiano Sforzi – visto anche quel che sta accadendo in termini di cambiamenti climatici e disastri ambientali, dobbiamo saper prevenire e rispondere a possibili rischi”.

F.G.